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Fare il punto sull’architettura con pertinenza è un compito delicato. Al centro del discorso ci siamo noi in quanto inquilini, passanti, passeggeri, visitatori. Noi e la nostra ricerca di bellezza che, nel caso dell'architettura, è un sentimento da prendere sul serio che richiede di aprirci all’idea di lasciarsi influenzare da ciò che ci circonda, sapendo che gli edifici sono in grado di placare, anche se solo in parte, le nostre insoddisfazioni. Ci rivol giamo ai luoghi con esigenze precise. Ci servono per proteggerci. Ma anche per incontrare noi stessi.  Anzi, per incontrare una parte desiderabile di noi stessi e mantenere in vita i lati importanti, ma evanescenti, della nostra personalità. A volte gli edifici si prestano a diventare metafore morali perfette oppure servono a raffigurare noi stessi attraverso il linguaggio degli oggetti, dei colori e dei mattoni, a far sapere agli altri chi siamo e, con questo, ricordarlo anche a noi stessi. E questa immensa capacità di rappresentare le identità e le idee a volte risulta imperdonabile. Le mode e le ideologie passano,  i luoghi e gli edifici possono restarne impregnati per sempre.

 
 
 
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